
Ottobre 2024 – Editoriale
L’editoriale
Tram-treno, prime manovre nel 2027?
La rete tram-treno del Luganese è un’opera straordinaria. Una sfida per l’impegno richiesto sul piano della realizzazione, per l’entità dell’investimento e per gli effetti sulla mobilità. Una grande opera, il cui concepimento è andato per le lunghe, come spesso capita per i cantieri importanti, soprattutto stradali e ferroviari. Ne sa qualcosa il consigliere di Stato Claudio Zali, il cui Dipartimento del territorio è stato costretto a più riprese a scendere a compromessi e a rivedere progetti per cercare di trovare una soluzione condivisa. Del resto ci si muove in un’area densamente urbanizzata e anche la morfologia non aiuta l’inserimento di nuove vie predisposte per la circolazione di persone e merci. Ma finalmente i tempi sembrano essere maturi. Lo hanno dichiarato a Lugano i vertici della RTTL, la società incaricata di portare a termine la tappa prioritaria della rete tram-treno del Luganese. Otto anni di lavori e mezzo miliardo d’investimenti per scavare la galleria di Breganzona e prolungare i binari fino a Manno, affinché i treni della Ferrovia Luganese (FLP) possano da un lato raggiungere il centro città e dall’altro servire l’area industriale del basso Vedeggio. Il punto della situazione è stato fatto dai dirigenti della RTTL SA a poco meno di un anno dal loro insediamento. Riguardo le tempistiche, il direttore della società, Alberto Del Col, si è sbilanciato ipotizzando il 2027 per l’inizio dei lavori e il 2035 per la messa in servizio. Nei suoi primi dieci mesi di attività, la RTTL SA si è data una struttura organizzativa, una sede operativa e un team di professionisti. E ora è pronta per svolgere il compito che le è stato assegnato: progettare e realizzare la futura metropolitana urbana del Luganese. L’opera è costituita da un’asta di circa 2,5 km, che prolungherà l’odierna linea FLP fino a Manno; e dalla galleria di Breganzona, di 2,2 km, che permetterà ai convogli di raggiungere dal Vedeggio il centro città. L’imbocco del tunnel sarà preceduto da un viadotto di 700 metri e da una nuova stazione a Bioggio. La galleria è la parte più insidiosa del progetto sia tecnicamente sia finanziariamente, per le incognite dello scavo, la difficoltà dello sbocco nel cuore di Lugano e il collegamento verticale con la soprastante stazione FFS. A proposito di incognite e insidie, ulteriori possibili inciampi e ostacoli sono costituiti dai ricorsi, tutt’altro che improbabili nelle procedure di appalto dei grandi e ambìti cantieri pubblici. Il progetto iniziale della rete tram-treno del Luganese ha incontrato sul suo cammino oltre un centinaio di opposizioni. Ora ne restano cinque, il cui peso non è però tale da comprometterne la realizzazione. Altra battaglia è quella dei Comuni interessati che, spalleggiati da alcune associazioni ambientaliste, si rifiutano di smantellare l’odierna linea di collina tra Muzzano e la stazione FFS di Lugano. Lo staff dell’ingegner Del Col ha elaborato una strategia che dovrebbe, se non mettere al riparo, per lo meno offrire al progetto una maggiore tenuta rispetto alle conseguenze (soprattutto ritardi) di eventuali litigiosità tra i concorrenti. Contrariamente al passato, non si procederà più con un unico, grande, appalto, ma attraverso più mandati suddivisi per pacchetti tematici. Un approccio che dovrebbe da un lato assicurare maggiore flessibilità rispetto all’avanzamento del progetto e, dall’altro, offrire maggiori opportunità alle aziende di ottenere un appalto. Nel frattempo è stato pubblicato il primo bando per la progettazione della galleria. In seguito, a distanza di qualche mese uno dall’altro, saranno attribuiti altri mandati: tracciato e opere all’aperto, consulente ambientale, accompagnamento architettonico e paesaggistico, viadotto, tecnica ferroviaria, ingegneri verificatori, direzione locale dei lavori, ecc. Difficoltà e intralci non mancheranno, l’impressione però è che il tram-treno sia sul binario giusto.