
Febbraio 2025 – Editoriale
L’editoriale
Novità in vista e bocciature all’orizzonte
L’anno 51 di questa rivista si apre con una novità. Come avrete visto, la copertina vi porta a Poschiavo, non propriamente terra ticinese ma che con essa condivide la lingua. È forse la prima volta che Terra ticinese pubblica una copertina extramuros. Da subito intendiamo infatti aprirci a tutta la Svizzera italiana con notizie, storie di luoghi e di gente che racconteremo periodicamente su queste pagine. Questo numero viene dunque distribuito gratuitamente a tutti i fuochi di Poschiavo. Una nuova sfida (si dice di solito così, ma è vero!) che assumo con tanta voglia di condividere con voi, cari lettori e care lettrici, che amate il territorio in cui vivete e che siete curiosi di sapere da dove veniamo ma anche dove potremmo andare. È invece ancora poco chiaro dove porterà il No di Popolo e Cantoni dello scorso 24 novembre all’ampliamento di sei tratti autostradali a nord delle Alpi. Le conseguenze si faranno e si sono già fatte sentire su altri fronti. In Ticino pensiamo innanzitutto al progetto PoLuMe, ossia al potenziamento dell’autostrada tra Lugano e Mendrisio. Un’opera da 1,7 miliardi di franchi e un mega-cantiere della durata di 12 anni per aprire al traffico la corsia d’emergenza durante le ore di punta. Sarà necessario realizzare una nuova galleria tra Bissone e Maroggia, nonché ampliare le gallerie del San Salvatore e di Gentilino. Un’opera attesa, ma anche molto contestata da una parte dei cittadini di quei Comuni attraversati dall’autostrada che temono un aumento del traffico e dell’inquinamento. Ma, nell’ottica dei progettisti, sarebbe proprio la popolazione a beneficiarne perché l’intervento sull’infrastruttura sgraverebbe i transiti sulla strada cantonale. La stessa considerazione fatta a sostegno degli ampliamenti autostradali, sonoramente bocciati, guarda caso, anche da molti Comuni toccati… L’esito del voto ha messo di fatto in stand-by, per così dire, il PoLuMe: l’Ufficio federale delle strade (USTRA) si è dato infatti una pausa di riflessione sul progetto chiedendo alle autorità politiche di fare altrettanto tenendo in debito conto il No di novembre. Il Consiglio federale ha perciò chiesto ulteriori approfondimenti tecnici al Politecnico di Zurigo, invitandolo, entro autunno, ad allestire una sorta di classifica dei progetti autostradali prioritari previsti per i prossimi decenni. E fra questi dovrebbe figurare, non solo il PoLuMe, ma anche l’annoso progetto autostradale che nel Locarnese si attende da tempo: il collegamento A2-A13 tra Bellinzona e Locarno. Uscirà vincente dall’analisi del Politecnico di Zurigo? Sicuramente si terrà conto del potenziamento del trasporto pubblico, voluto dal Canton Ticino negli ultimi anni, da e per il Locarnese proprio con l’obiettivo di alleggerire il traffico sul piano di Magadino e che sta dando i primi frutti. I tempi di percorrenza dei treni sono diminuiti, Tilo registra un aumento dell’utenza, Cantoni e Comuni finanzieranno i trasporti pubblici nel quadriennio 2025-2028 con quasi mezzo miliardo di franchi. Il nuovo progetto da quasi 2 miliardi di franchi sarà, come noto, completamente diverso dalla Variante 95 respinta nel 2007 dai ticinesi preoccupati per l’impatto ambientale che avrebbe avuto sul territorio: non più a cielo aperto ma in gran parte in galleria (8 chilometri su 11). Anche con l’avvallo del Politecnico e in seguito con quello politico, le opposizioni certamente non mancheranno. L’iter si preannuncia dunque lunghissimo: non si partirà prima del 2040 nella migliore delle ipotesi. Calcolando le tempistiche ciclopiche per la realizzazione di nuove strade, gli stessi responsabili di USTRA faticano ad immaginare l’evoluzione del traffico nei prossimi 20-30 anni. Aumenterà o diminuirà? La crescente diffusione del lavoro da casa toglierà traffico dalle strade rendendo di fatto superflui nuovi collegamenti? Nessuno ha la sfera di cristallo ma coi tempi che corrono le domande richiedono risposte convinte e che sappiano convincere anche chi ha votato No in novembre.