
Aprile 2023 – Editoriale
L’editoriale
Valli sfavorite, ma non rassegnate
Montagna e città si sono spesso trovate in conflitto sia nei rapporti tra località sia tra Cantoni urbani e alpini. Le differenze sono del resto evidenti e anche gli interessi a volte contrastano, per non parlare delle difficoltà e dei problemi. Pensiamo al lupo: nelle valli, dove gli incontri e le vittime tra ovini e caprini non fanno quasi più notizia, la sua presenza suscita preoccupazioni che invece neppure sfiorano gli abitanti delle città. Oppure alle stazioni invernali, che per il secondo anno consecutivo hanno dovuto fare i conti con le scarse precipitazioni nevose. Il futuro è quanto mai incerto, gli scenari inquietanti e gli interrogativi pressanti: investire nella neve programmata o rinunciare definitivamente agli sport invernali? I proprietari degli impianti sono chiamati a decisioni delicate.
Le parti si invertono per altre questioni: il traffico, per esempio, che paralizza soprattutto gli agglomerati di grandi dimensioni, oppure la difesa dell’ambiente e del paesaggio, tema che inquieta soprattutto gli amministratori dei Comuni più grandi. Insomma, l’agenda dei politici cambia a seconda della realtà in cui si trovano ad operare.
Dal punto di vista delle opportunità, si ritiene che i centri urbani siano favoriti sotto diversi punti di vista. La scuola, il lavoro, la sanità, la cultura, il tempo libero: l’offerta in questi ambiti è indiscutibilmente più ricca.
Queste differenze si sono evidenziate anche nelle recenti elezioni cantonali. L’ha fatto notare l’esponente di MontagnaViva Germano Mattei, il quale ha vissuto una domenica elettorale dai sentimenti altalenanti: di speranza, quando all’inizio dello scrutinio i risultati di alcuni piccoli paesi premiavano il suo movimento; poi di delusione quando, con l’arrivo dei dati dei Comuni più grossi, i sogni di gloria sono svaniti. In un dibattito televisivo Mattei ha giustamente parlato di «scollamento tra città e montagna», alludendo al modo diverso con cui votano gli elettori nelle due realtà e dunque, data la diversa forza demografica, della maggior difficoltà dei candidati delle valli a farsi eleggere.
In quanto rivista ancorata ai nostri luoghi e alla nostra gente, Terra ticinese ha un occhio di riguardo anche per le iniziative che, grazie a opportune politiche e strumenti di promozione regionale, nascono in questi territori. I 100 anni dell’ospedale di Faido non potevano lasciarci indifferenti: lanciato in copertina, il servizio di Ludovico Zappa ripercorre la storia di questo istituto, sorto su impulso di forze locali e da una volontà condivisa a più livelli, che ne hanno poi determinato gli sviluppi negli anni a venire.
Di integrazione sociale parla il servizio dedicato a un progetto innovativo sviluppato dalla Sezione Tre Valli dell’Associazione ticinese per la terza età. Sperimentato con successo ad Airolo, è stato “importato” nel Comune di Blenio. Saranno gli abitanti del posto a stabilire, in funzione delle esigenze e delle risorse disponibili sul posto, il modo con cui coinvolgere le persone interessate. Lo scopo è quello di costituire attorno a iniziative concrete dei centri di coesione sociale.
Un altro coraggioso esempio di intraprendenza e lungimiranza lo offre la Società Alpinistica Verzaschese (SEV): nei suoi 40 anni di attività, sotto la guida del presidente Giorgio Matasci, ha creato le infrastrutture (capanne e itinerari) e le opportunità per promuovere l’escursionismo alpino, oggi risorsa importante per il turismo e l’economia della regione.
I corsi di dialetto organizzati dal Patriziato di Arogno; i cinquant’anni del Coro Voce del Brenno; il trascorso glorioso del FC Chiasso, rivissuto attraverso i ricordi di Mario Preisig; il Ticino dei baliaggi, periodo di cui abbiamo ereditato le storiche “case dei balivi”, sono altri spunti di lettura e specchio di un Cantone che ha tanto da dare e dire.