
Febbraio 2023 – Editoriale
L’editoriale
Le città tornano a crescere
La questione demografica, di cui pochi si occupavano e preoccupavano, è diventata improvvisamente un tema da quando, in seguito alle aggregazioni comunali, anche in Ticino si sono formati agglomerati numericamente rilevanti sia dal punto di vista dell’estensione territoriale sia della popolazione residente. E in un’epoca in cui il peso delle città tende ad aumentare, le dimensioni contano. Attrarre abitanti è indice di vitalità, garanzia di forza lavoro, di capacità innovativa, di energie e risorse per il futuro. È un rimedio contro i mali della società contemporanea, a cominciare dall’invecchiamento della popolazione e dalla denatalità, con le conseguenze che questi fenomeni, a lungo termine, comportano sul sistema previdenziale, i costi della salute, il mercato del lavoro.
Alcuni studi indicano che il Ticino, contrariamente a un trend nazionale favorevole, conoscerà nei prossimi anni un calo demografico significativo, dovuto anche a un’immigrazione meno pronunciata di quella osservata in passato e al mancato rientro di giovani che, lasciato il nostro Cantone per ragioni di studio o professionali, non vi hanno più fatto ritorno, ritenendo che oltre San Gottardo se non all’estero ci siano maggiori opportunità. Invertire questa tendenza significa quindi investire per un Ticino più interessante, puntando in tutti gli ambiti a una maggiore qualità.
Qualche reazione c’è stata, progressi sono stati fatti nella formazione e nella ricerca. Anche la mobilità è migliorata, sia sul piano locale, sia nei collegamenti veloci nazionali e internazionali.
Il servizio pubblico ha cambiato marcia e i percorsi ciclo-pedonali costituiscono spesso una valida alternativa all’automobile. Le città si stanno dotando di strumenti e politiche di pianificazione territoriale più attente agli aspetti qualitativi. C’è una maggiore consapevolezza dell’importanza di preservare un ambiente sano, un paesaggio piacevole e quartieri accoglienti. L’offerta culturale e ricreativa si è arricchita.
Le statistiche demografiche relative al 2022 pubblicate dai maggiori centri urbani danno un po’ di respiro. A Mendrisio, un’impennata degli arrivi (1.831 contro 1.393 partenze) ha determinato una crescita della popolazione di 312 unità. Il Magnifico borgo, al 31 dicembre 2022, contava 15.827 abitanti. Nella vicina Chiasso, il Municipio ha annunciato un’inversione di tendenza: dopo anni di decrescita, la popolazione è progredita di 185 unità, raggiungendo quota 7.729. Incoraggiante è stata anche la ripresa delle nascite: sono stati 35 i fiocchi rosa e azzurri appesi nelle maternità, + 7 rispetto al 2021.
Palazzo Civico ha confermato il trend positivo dell’anno precedente. Lugano contava a fine dicembre 63.760 abitanti, con un balzo avanti di 1.012. È migliorato il saldo migratorio, con un forte incremento dei nuovi arrivi (+24,8%) e una lieve espansione delle partenze (+2,9%).
Statisticamente rilevante è la presenza di 780 cittadini ucraini. Il saldo nascite-decessi è invece peggiorato, passando da -151 a -275. È una città più internazionale: la percentuale degli svizzeri è scesa al 59,9%, la popolazione proveniente dai Paesi dell’Unione europea si è mantenuta stabile (31,6%), mentre è cresciuta all’8,5% quella originaria di Paesi terzi.
La capitale è ancora un po’ più grande: guadagnando 474 persone, Bellinzona ha superato la soglia dei 44.500 abitanti. Le nascite sono state 378, i decessi 351. Ad eccezione di Camorino, Gorduno e Gnosca, tutti i quartieri hanno registrato una progressione. Insomma, la grande Bellinzona è partita con il piede giusto.
Dopo anni di flessione anche Locarno è tornata a crescere. E l’ha fatto in modo massiccio: l’aumento di 375 unità ha riportato la popolazione al di sopra delle 16.400 anime, livelli che non si vedevano dal 2016. Insomma, anche sul Verbano ci si rallegra di fronte ad un’inversione di tendenza che lascia ben sperare. I decessi (176) sono calati di 44 unità, le nascite (107) sono invece aumentate di 7.